Secondaria di Primo Grado EAS

IL PROGETTO

Alla scoperta del mio quartiere

Il seguente progetto, elaborato sulla base del nuovo modo di fare didattica con gli EAS (Episodi di Apprendimento Situati), così come esso è sintetizzato nel volume di Pier Cesare Rivoltella (Fare didattica con gli EAS. Episodi di Apprendimento Situati, Editrice La Scuola, 2013), è stato dedicato alla scoperta e alla conoscenza del patrimonio storico-artistico del quartiere in cui vivono i ragazzi della scuola.

La classe interessata è la 1ªB e le discipline coinvolte sono Italiano, Arte e immagine, Musica (Docenti: prof.ssa Lucilla Vignoli, prof. Marco Giani, prof. Giovanni Mattei; per quanto riguarda la disciplina di Arte e immagine è stata coinvolta anche la classe 1ªC, con la prof.ssa Gianna Chiodi).

La situazione-stimolo fornita agli alunni è stata la seguente:

Dopo aver ascoltato l’inno della scuola (nel quale si fa riferimento alla città e, in particolare, al quartiere in cui vivono i ragazzi), vengono presentati agli allievi alcuni esempi di piccole guide e depliant turistici di varie località italiane, che essi devono osservare ed esaminare nella loro struttura (testi e immagini riprodotte).

- Link alla pagina dell'inno -

 

Definizione del compito in situazione:

Gli alunni devono realizzare una piccola guida del quartiere in cui vivono”.

 

Le competenze necessarie per lo svolgimento del compito sono le seguenti:

La comunicazione nella madrelingua

  • Capacità di interpretare fonti scritte di varia natura e di elaborare testi di tipo descrittivo e informativo-espositivo, sia in forma scritta che orale.

La competenza digitale

  • Saper utilizzare il computer per reperire informazioni, lavorare sui testi e sulle immagini in formato digitale e realizzare un prodotto finale.

Imparare a imparare

  • Abilità di perseverare nell’apprendimento e di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del proprio tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo.

Le competenze sociali e civiche

  • Capacità di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale in classe, in particolare durante i lavori di gruppo.

Consapevolezza ed espressione culturale

-         Importanza dell’espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un’ampia varietà di mezzi di comunicazione, comprese la musica, la letteratura e le arti figurative

 

Il percorso è stato quindi pianificato nel modo seguente:

- Fase preparatoria (il docente assegna i compiti; disegna ed espone un framework concettuale; fornisce lo stimolo e dà la consegna):

Vengono presentati agli allievi alcuni esempi di piccole guide e depliant turistici di varie località italiane, che essi devono osservare ed esaminare nella loro struttura (testi e immagini riprodotte).

Successivamente l’insegnante assegna agli alunni il compito di reperire informazioni e immagini dei monumenti più significativi del proprio territorio (chiesa di S. Maria del Rivo, chiesa della Madonna dell’Ulivo, chiesa di S. Maria dell’Oro, chiesa di San Matteo Apostolo, torre di Colleluna, chiesa di S. Maria del Monumento).

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- Fase operatoria (il docente definisce i tempi dell’attività. Organizza il lavoro individuale e di gruppo):

Tempi: secondo quadrimestre.

Realizzazione pratica dell’artefatto: i ragazzi vengono divisi in gruppi (max 3-4 alunni), ognuno dei quali dovrà occuparsi di un particolare monumento. I gruppi saranno formati in modo tale che ognuno possa offrire il proprio contributo, anche a seconda delle proprie inclinazioni, preferenze e capacità; le responsabilità saranno equamente suddivise

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- Fase ristrutturativa (il docente valuta gli artefatti e fissa i concetti):

Attività di debriefing, per aiutare gli studenti a prendere distanza dall’esperienza vissuta allo scopo di rileggere, valutare l’esperienza, comprenderne il reale significato (diventare cittadini consapevoli e responsabili, al fine di conoscere, valorizzare e tutelare il patrimonio culturale del proprio territorio), sviluppando così l’apprendimento.

 

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ARTE E IMMAGINE

Tabella delle competenze e degli obiettivi di apprendimento accertati

 

 

COMPETENZE

 

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

 

Esprimersi e comunicare

 

Osservare e leggere le immagini

  • Utilizza un metodo per l'osservazione dal vero
  • Saper riprodurre un soggetto in modo e proporzionato
  • Saper interpretare e rielaborare in modo creativo un soggetto
  • Maturare la capacità di descrizione della realtà

 

Compito

seceas4 Analizzare una foto di un monumento o di una parte della città e riprodurla utilizzando la matita e i pastelli.

I disegni prodotti

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Indicatori utilizzati per la valutazione

 

DIMENSIONI

INDICATORI

CRITERI

LIVELLO NON RAGGIUNTO

4-5

LIVELLO RAGGIUNTO

6-7

LIVELLO PIENAMENTE RAGGIUNTO

8-9

LIVELLO ECCELLENTE

10

CONOSCENZA

Osservare e percepire, conoscere e applicare gli elementi del linguaggio visuale

Conoscenza / applicazione

Non sa….

Non è autonomo

Incontra molte difficoltà….

È abbastanza autonomo/corretto

corretto e autonomo

sicuro

OPERAZIONALITÀ

Produrre e rielaborare con creatività e tecniche appropriate

Esecuzione

molto scarsa-confusa- lacunosa

scarsa/confusa/

lacunosa

complessiva/generica

discreta/

soddisfacente

completa

completa e rielaborata

COMPRENSIONE

Leggere, decodificare, commentare immagini e documenti artistici

Comprensione

Non sa….

Non è autonomo

Incontra molte difficoltà….

È abbastanza autonomo/corretto

corretta e autonoma

sicura

 


 

Alla scoperta del mio quartiere

Musei vaticani

 

PRESENTAZIONE DEGLI ALUNNI

 

Buongiorno a tutti!

Siamo gli alunni della classe 1ª B dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Terni e vogliamo presentarvi un progetto che abbiamo realizzato a scuola nell’a.s. 2014/2015.

Abbiamo lavorato insieme per scoprire e conoscere le bellezze del nostro territorio, in particolare del quartiere in cui viviamo. Spesso, infatti, siamo tutti così abituati alle bellezze che abbiamo intorno che quasi non ci accorgiamo più che esistono!

Ecco allora che, partendo dall’inno della nostra scuola, che abbiamo ascoltato insieme all’insegnante di Musica, il prof. Giovanni Mattei, nel quale si fa cenno al quartiere “con un nome tutto da scoprire”, su iniziativa della nostra insegnante di Italiano, la prof.ssa Lucilla Vignoli, abbiamo iniziato a fare delle ricerche sul territorio per scoprirlo davvero, come in una “caccia al tesoro”.

Senza che la prof.ssa ci fornisse fin da subito le notizie storiche che ci sarebbero servite, siamo andati da soli alla scoperta di quei monumenti che la nostra insegnante ci aveva assegnato come compito di indagare: siamo andati a visitarli, a scattare delle fotografie e abbiamo raccolto tutte le informazioni che siamo riusciti a trovare attraverso la consultazione di fonti sia bibliografiche che multimediali.

Abbiamo quindi condiviso e messo a disposizione di tutti in classe il nostro lavoro e, dopo averne parlato e discusso tra noi alunni e con la nostra insegnante, abbiamo lavorato per la realizzazione dei testi che troverete qui pubblicati insieme alle foto che abbiamo trovato o che abbiamo scattato noi personalmente.

Con il nostro insegnante di Arte e immagine, poi, il prof. Marco Giani, abbiamo realizzato dei disegni dei monumenti che abbiamo studiato.

Speriamo che troverete interessante la nostra piccola “guida”, che abbiamo voluto realizzare come omaggio al territorio in cui viviamo.

 

Gli alunni della classe 1ªB

 

 

 

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LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL RIVO

 

La chiesa di Santa Maria del Rivo fu edificata intorno ad un’edicola della Madonna con il Bambino posta nella campagna a nord di Terni, nella località detta il “Rio”, situata nel territorio della parrocchia di Santa Maria del Monumento. La chiesa del Rivo ottenne il titolo di parrocchia solo agli inizi dell’Ottocento, quando Santa Maria del Monumento fu acquistata dal Comune di Terni.

La prima pietra dell’edificio fu posta il 25 agosto 1674 dal vescovo Pietro Lanfranconi, dopo che nel 1668 era stata scoperta un’immagine ad affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, inserita all’interno di un’edicola posta lungo la strada principale.

L’icona del “Rio” fu subito ritenuta miracolosa ed attirò moltissimi pellegrini, tanto che si decise di edificare intorno ad essa una chiesa dedicata all’immagine sacra detta appunto “Vergine del Rivo”.

La facciata della chiesa, in laterizio, è coronata da un timpano triangolare. Nel fregio, al centro, che divide in due la facciata, è collocato lo stemma del vescovo Lanfranconi. L’edificio è a navata unica e su ogni lato si aprono due cappelle laterali. Nella zona presbiteriale, in fondo, è possibile ammirare il dipinto venerato con l’immagine della Madonna e il Bambino, databile al XVI secolo. Sulla parete sinistra del presbiterio, inoltre, è conservato il monumento funebre del vescovo Lanfranconi, qui collocato nel 1676.

 

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LA CHIESA DELLA MADONNA DELL'ULIVO

 

La chiesa della Madonna dell'Ulivo, in realtà intitolata a “San Giovanni Battista in Piedelmonte”, si trova in un vero angolo di Paradiso, immersa nel verde degli ulivi.

Essa ha origini molto antiche. La prima notizia dell'edificio risale al 1275, anno in cui è già ricordata come parrocchia: questa zona era, infatti, abitata da contadini, braccianti, pastori con le loro famiglie che, essendo molto poveri, non potevano recarsi in città per praticare la messa domenicale. Il nome di Madonna dell’Ulivo le fu assegnato dal vescovo di Terni Vincenzo Tizzani quando nel 1843 scoprì, nascosto dall'intonaco, un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, che riproduceva la famosa immagine della Madonna della Quercia di Viterbo e che fu subito oggetto di venerazione da parte dei pellegrini che giungevano da ogni dove.

Data la lontananza dalla città e la scarsa presenza di abitanti la chiesa fu abbandonata una prima volta nel Seicento e poi, ancora, nel Novecento. Le fu tolto anche il titolo di parrocchia e venne abbinata prima a Colle dell’Oro e poi a Borgo Rivo.

Grazie alla grande tenacia del parroco di Santa Maria del Rivo scomparso nel 1996, Don Adamalfio Schiarea, la chiesa (ricca di pregevoli dipinti al suo interno) e il convento sono stati recuperati e restaurati.

Un invito, quindi, a tutti: venite a visitare questa piccola costruzione immersa nel verde e, tra i suoni e i profumi del bosco, contemplate e ammirate il territorio in cui vivete. Ne rimarrete veramente sorpresi!

 

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LA TORRE DI COLLELUNA

 

L’edificazione della Torre di Colleluna si deve alle esigenze di difesa della città di Terni e la sua storia risulta strettamente legata a quella degli altri siti difensivi strategici posti nel medioevo a protezione della conca ternana.

Attualmente, dell’antico fortilizio documentato fin dal 1387 sopravvivono solamente due torri: la più nota torre circolare, alta 17 metri e con una circonferenza di 33 metri, che ha dato il nome all’odierna circoscrizione, e una seconda torre ottagonale, di cui rimangono pochi resti, inglobata all’interno di un’abitazione privata.

Dalla torre circolare era possibile controllare il fiume Nera e le importanti strade che portano verso Cesi e San Gemini.

Il monumento è stato realizzato con blocchetti di pietra sponga e, nelle sue forme attuali, può essere datato agli inizi del Quattrocento.

All'interno della torre erano vari piani, collegati tra loro attraverso una scala coclide. Ogni piano era sostenuto da una volta ad arco ed era dotato di aperture strombate con le bocche di fuoco.

La rocca di Colleluna rimase attiva militarmente fino alla metà del Cinquecento; in seguito venne affittata dal Comune e, successivamente, ceduta a dei privati.

Molte furono le vicende che trasformarono la rocca e i prati che la circondano in sanguinose battaglie come, ad esempio, quella che nel 1494 vide i Ternani combattere contro i Cesani che si erano schierati con gli Spoletini, guidati dal celebre condottiero Bartolomeo d’Alviano.

 

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LA CHIESA DI SAN MATTEO APOSTOLO

 

La chiesa, attualmente dedicata a San Matteo Apostolo (la cui festa cade il 21 settembre), era in origine intitolata a Santa Maria in Campitelli. Essa era stata fatta edificare dalla Comunità di Terni nel 1566, nei pressi di un eremo e di un’edicola dedicata alla Madonna, presso cui aveva luogo la famosissima fiera “de Campitillu”, che durava dieci giorni consecutivi, in occasione della quale affluivano a Terni mercanti e acquirenti da tutta l’Italia centrale.

L’affresco della Madonna con il Bambino, cinquecentesco, è stato traslato sulla parete di fondo del presbiterio della chiesa nel 1608: intorno ad esso è possibile ammirare delle figure di Santi dipinte ad affresco negli stessi anni dal pittore Bernardino Coldarchi di San Sepolcro.

Nel 1818, nella relazione della visita alle chiese e diocesi di Terni del vescovo Carlo Benigni, è definita già "Venerabile Chiesa di S. Matteo Apostolo denominata di Campitello" e nel 1973 viene istituita la parrocchia.

Il territorio della parrocchia di San Matteo apparteneva in precedenza alla chiesa di Santa Maria del Rivo, alla quale era derivato a sua volta dalla parrocchia di San Giovanni di Piemonte, detta anche della Madonna dell'Ulivo.

Oggi sono annessi all’antica chiesa parrocchiale due nuovi edifici: il primo e principale, a pianta rettangolare, ospita una nuova e grande aula celebrativa capace di essere anche aula assembleare; l'altro, con pianta a sezione di cerchio, ospita una scuola parrocchiale con i locali per la catechesi e la residenza del parroco e dei coadiutori.

 

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LA CHIESA DI SANTA MARIA A COLLE DELL’ORO

 

La chiesa fa parte di un complesso che sorge sulla sommità della collina un tempo chiamata Colle Lauro, che si staglia subito sopra alla stazione ferroviaria.

Essa fu edificata in seguito alla volontà dei frati Francescani del ramo riformato degli Osservanti di erigere un convento nei pressi della città di Terni. Nel 1441 i religiosi avanzarono, quindi, richiesta al Comune per ottenere un terreno sul quale iniziare la nuova costruzione.

Nel 1870 il complesso passò di proprietà dello Stato, che lo cedette al Comune di Terni. Il convento che, fino ai primi del Novecento aveva conservato la sua fisionomia originaria, fu poi trasformato, quando il Comune decise di adibirlo nel 1933 a casa di riposo per anziani.

La costruzione, nella sua forma originaria, doveva rispettare quelle caratteristiche di edilizia povera e austera tanto care a San Bernardino da Siena, uno dei massimi esponenti dell’Osservanza francescana, celebre predicatore e vicario generale dell’Ordine, al quale la tradizione riconduce l’iniziativa della fondazione del convento di Colle dell’Oro a Terni.

La chiesa presenta una facciata settecentesca. L’interno, ad una navata e con due cappelle per ogni lato, presenta oggi le forme del rinnovamento seicentesco, anche se non mancano testimonianze precedenti, come il coro e la sacrestia, probabili resti della chiesa quattrocentesca.

Particolarmente prezioso è il Crocifisso ligneo del XV secolo, attribuito allo scultore germanico Giovanni Tedesco, posto sul primo altare a destra della chiesa. Sull’altare maggiore era collocato in origine un dipinto su tavola di altissima qualità, oggi conservato nella Pinacoteca comunale di Terni e raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina, firmato e datato 1466 dal celebre pittore fiorentino Benozzo Gozzoli: questo dipinto (oggi sostituito in chiesa da una copia) era stato donato dalla famiglia Rustici alla chiesa di Santa Maria dell’Oro.

 

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LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL MONUMENTO

 

La chiesa di Santa Maria del Monumento si trova in Viale Borzacchini, presso il Cimitero di Terni, lungo la strada che conduceva a Porta Sant’Angelo.

Abbiamo deciso di inserirla nella nostra ricerca perché un tempo la sua parrocchia comprendeva anche il territorio di Borgo Rivo e la chiesa di Santa Maria del Rivo, ad esempio, faceva capo proprio a questo edificio, che perse il titolo di parrocchia nel momento in cui, nell’Ottocento, fu acquistato dal Comune per l’istituzione del cimitero.

La chiesa fu realizzata nel Quattrocento ampliando un romitorio dei padri gerolamini sugli avanzi di un monumento funerario romano dedicato ad Anzio Successo. La sobria facciata, sagomata a capanna, di epoca tardo-quattrocentesca, reca un portale in travertino con dedica alla Vergine. Il portico antistante, a due spioventi, con tre fornici sul lato lungo e due per ognuno dei lati corti, è un’aggiunta cinquecentesca. All’interno, in controfacciata sono due affreschi di scuola umbra (Madonna con BambinoSan Girolamo penitente) della fine del XV secolo.

Sulla parete destra, in alto, è un bel ciclo di affreschi che rappresenta l’Apparizione della Madonna dell’ulivo e il cosiddetto Miracolo di Scozia; allo stesso maestro si deve, nel registro inferiore, entro edicolette ad arco sostenute da colonne, una serie di quadri votivi.

Il miracolo di Scozia

Abbiamo scelto di spiegare il significato di questi affreschi perché, oltre che molto belli e di altissima qualità (anche se opera di un pittore ancora anonimo), sono molto importanti e rari per il tema che rappresentano: essi sono collegati alla grande processione del movimento dei “Bianchi”, pellegrini diretti a Roma che provenivano dal nord Italia e che passarono anche per Terni negli anni tra il 1399 e il 1400, periodo in cui si era diffusa una grande epidemia di peste. La chiesa di Santa Maria del Monumento, infatti, fu costruita proprio in occasione del passaggio dei Bianchi come santuario “contra pestem”, ossia contro la peste.

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La prima scena che vediamo in alto a sinistra raffigura l’incontro di Cristo, nelle sembianze di un pellegrino, con un contadino intento ad arare un campo, appoggiato al manico di un aratro trainato da due buoi, uno dal mantello bianco e l’altro scuro. Il pellegrino chiederà al villico di cercare dei pani: costui, dapprima scettico, poi incredulo, li ritroverà nel luogo indicato. Cristo è raffigurato con il nimbo crucifero: appoggiato ad un bastone da pellegrino, indossa una lunga veste. Il pellegrino spingerà poi l’agricoltore a cercare la fonte nella quale poter ammorbidire i pani e renderli commestibili: egli finirà con il trovarla e vi getterà dentro uno dei pani. A questo punto gli comparirà una donna vestita di bianco (seconda scena in basso a sinistra), che lo esorterà a non buttare anche gli altri pani, altrimenti il mondo perirà. Ella infine si paleserà per la Vergine, intervenuta per salvare il mondo dal proposito del Figlio di punire l’umanità peccatrice. Questo secondo riquadro mostra infatti il contadino in gesto di supplica di fronte alla Vergine, la quale stringe in mano un pane: al centro di una pozza d’acqua posta tra i due si scorge a malapena il pane già gettato. La Madonna indossa una stola bianca con croci rosse sopra ad un vestito candido ornato di cerchi bianchi che simboleggiano delle ostie e che costituisce la “divisa” dei Bianchi. I due riquadri sono ravvivati dalla presenza in basso di fiori rossi dal lungo stelo.

Sulla destra, più grande degli altri, troviamo poi la scena dell’Apparizione della Madonna dell’Oliva.

Tra il settembre e l’ottobre del 1399 la Vergine appare ad un fanciullo che si trova in un uliveto presso Assisi, insieme al padre intento a tagliare una siepe. La Madonna si rende visibile solo al fanciullo e gli rivela che i nove giorni di devozione attuati dagli Assisiati in seguito all’arrivo delle compagnie dei Bianchi in città non sono sufficienti a placare la collera divina causata dalla gravità dei loro peccati, per cui è necessario ripetere la penitenza per altri sei giorni. L’episodio ci è noto dalle Laude XXIX nel ms. 4061 della Biblioteca Casanatense, un laudario proveniente da una confraternita di Assisi, nonché da una cronaca coeva di Città di Castello.