Progettazione per EAS

 

Modello di progettazione per PER EAS

Dirigente scolastico: Prof.ssa Roberta Bambini

Gruppo di progetto

 Docenti Scuola Infanzia: Maria Rosaria Pelliccia-Valentina Balbini

Docenti Scuola Primaria Campitello : Carola Bessarabia- Cristina Menichelli- Patrizia Maccari- Giuseppina Leporanico.

Docenti Scuola Primaria Carducci : Francesca Casani

Docenti Scuola secondaria: Roberta Ceccarelli- Marco Giani- Lucilla Vignoli – Gianna Chiodi – Giovanni Mattei.

Referente del progetto: Ins. Gioia Perziano 

L'APPRENDIMENTO SITUATO

La teoria dell’apprendimento situato afferma che la conoscenza non è un insieme di nozioni teoriche apprese, ma frutto di un processo dinamico, cioè della partecipazione attiva di un soggetto all'interno di un contesto, data dall'interazione con gli altri membri e la situazione circostante.

Jean Lave e Etienne Wenger propongono un modello di apprendimento definito "apprendimento situato" (Situated Learning), ed è in funzione dell'attività svolta, del contesto e della cultura in cui avviene. Ciò contrasta con quanto si fa tradizionalmente in classe, dove la conoscenza è solitamente presentata in forma astratta e slegata dal contesto. L'interazione sociale ha una grande importanza si entra a far parte di una comunità di pratica che ha come obbiettivo la produzione di conoscenza, in modo da trasmettere convinzioni e comportamenti da acquisire. Quando i principianti o i nuovi arrivati si spostano dalla periferia al centro di questa comunità diventano più attivi e assumono il ruolo di esperti.

Secondo questa teoria l'apprendimento occorre in ogni attività umana e in ogni momento, nell'esame della natura dei problemi che si incontrano, del modo in cui le persone applicano la teoria alla pratica e di come queste riflessioni sono influenzate dal ruolo svolto dalla persona stessa.

Piuttosto che trasferire negli studenti nozioni preconfezionate secondo questo tipo di apprendimento, il keeper (colui o coloro che hanno la responsabilità di gestire le dinamiche e la vita della comunità) deve cercare di sviluppare nei partecipanti gli strumenti più adatti per rappresentare la problematicità di una situazione, progetti alternativi, e interpretazioni sulla nostra condotta.

Infatti Jean Lave colloca questa tipologia di apprendimento in un processo di copartecipazione e non, come altre tipologie di apprendimento, nella testa degli individui. Si tratta inoltre di un apprendimento che avviene nel contesto in cui viene applicato; infatti si basa su due elementi fondamentali: la partecipazione periferica legittimata e la partecipazione e negoziazione dei significati, oltre al fare, all'attività.

L'apprendimento situato studia la relazione tra l'apprendimento e le situazioni sociali in cui esso avviene.

L'individuo, non apprende attraverso lezioni che trasmettono una quantità definita di conoscenze astratte che verranno poi assimilate e applicate in altri contesti, ma "impara facendo" (learning by doing). Questo è un modello di apprendimento che coinvolge la persona in situazioni di pratica reale, in cui dovrà assimilare nozioni in relazione all'azione che sta svolgendo; infatti hanno un ruolo fondamentale in questo tipo di apprendimento l'improvvisazione, i casi reali d'interazione e i processi emergenti. Caratteristica peculiare è la capacità di apprendere in rapporto alla capacità di svolgere dei compiti, l'apprendimento coinvolge l'intera persona in attività, compiti, funzioni che sono parte di sistemi di relazioni delle comunità sociali. Per imparare è necessario partecipare alle pratiche significative di una certa comunità, e nello stesso tempo contribuendo anche a definirle e a innovarle.

L'apprendimento è dunque un processo che avviene all'interno di una cornice partecipativa e non in un ambiente individuale; ed è quindi mediato dalle diverse prospettive dei copartecipanti.

Tratto da wikipedia

 

Dall’esperienza operativa alla rielaborazione

Nell’Indicazioni Nazionali si legge “ …lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti cognitivi, affettivi relazionali, corporali, estetici, etici, spirituali  e religiosi. In questa prospettiva i docenti dovranno pensare a realizzare i loro progetti educativi e didattici, non  per individui astratti, ma per persone che vivono qui ed ora, che sollevano precise domande che vanno alla ricerca di orizzonti di significato…”

Ciò sarà possibile solo attraverso percorsi didattici caratterizzati da numerose attività operative. Le esperienze non dovranno essere fini a se stesse, ma stimolare  nuove riflessioni, nuove domande per  far sì che  nei ragazzi si sviluppino razionalità e consapevolezza.

Del resto, “ Ogni esperienza dovrebbe in qualche modo preparare l’individuo alle esperienze posteriori più profonde e più ampie. E’ questo il vero significato di crescenza, continuità, ricostruzione dell’esperienza.( J. Deweey)

 

PREMESSA

L’IC Giovanni XXIII di Terni,  nell’ambito delle misure di accompagnamento per la costruzione di un curricolo verticale, ha continuato   per  il corrente anno scolastico le attività di sperimentazione e di ricerca metodologico-didattica già  avviate  lo scorso anno.

Nel  presente lavoro si è inteso, questa volta, sperimentare un percorso formativo improntato ai valori della multiculturalità,  in un’ottica di inclusione, di  rispetto e di  conoscenza tra persone così come indicato nelle  nuove Indicazioni nazionali.

I docenti  coinvolti nell’attività,  hanno inteso  realizzare  il curricolo verticale partendo da campi di esperienza come “ Immagini, suoni e colori “ per giungere poi alla trasversalità di discipline come Arte, Musica e  Italiano attraverso  una didattica laboratoriale aperta al confronto ed alle pratiche cooperative.  Il curricolo deve essere visto, del resto, come un importante strumento di ricerca educativa e di crescita culturale  che ogni istituzione scolastica è chiamata a realizzare.

Il concetto di interdisciplinarità va inteso come utilizzo  di pratiche didattiche comuni, di progettualità condivisa ed unificante i percorsi didattici tra i diversi ordini di scuola. Ciò per rafforzare  tra gli alunni  sentimenti di identità e di cittadinanza  attraverso approcci di sensibilizzazione del senso estetico, del rispetto dell’ambiente,  ma anche attraverso la musica ….” che offre uno spazio simbolico e relazionale propizio all’attivazione dei processi di cooperazione e socializzazione”. Le esperienze che i giovani hanno in campo musicale  sono molteplici ed è, dunque, importante che la scuola non rinunci  ad aiutare i ragazzi a dare senso e costrutto alla molteplicità delle loro  esperienze. Va da sé che la lingua italiana costituisca, in questa esperienza educativo- didattica,  il linguaggio formale in grado di offrire ai ragazzi la possibilità di  comunicare le loro esperienze, di dare forma e sostanza al loro sentire. La proposta educativa che si è intesa realizzare muove da necessità  contingenti ed è  legata alla realizzazione  di un prodotto promozionale, appunto un inno, simbolo identificativo del nostro Istituto da utilizzare nelle diverse situazioni che la nostra scuola,  nell’ambito della propria mission, è chiamata a  realizzare.

I percorsi attivati utilizzeranno, in continuità con l’esperienza educativo- didattica condotta nello scorso anno, la progettazione per EAS nella consapevolezza che la progettazione  dei percorsi dovrà tendere  alla promozione , alla rilevazione  e valutazione delle competenze necessaria per l’esercizio di una cittadinanza attiva.

 

 

MOMENTI FONDAMENTALI

 

  1. PENSARE PRIMA ALLE SITUAZIONI EDUCATIVE DI APPRENDIMENTO
  2. ORGANIZZARE LE AZIONI DA ATTUARE DURANTE LE ATTIVITA’
  3. RIPENSARE DOPO A QUANTO EMERSO

 

La riflessione intesa come punto di partenza dal quale far partire bisogni educativi nuovi,  per una didattica sempre più inclusiva

 

Approfondimenti


FARE DIDATTICA CON GLI EAS

Prof. RIVOLTELLA

VIDEO

 

Allegati:

EAS campitello_1
EAS CARDUCCI _1
EAS Infanzia Brecciaiolo
EAS_ICGIOVANNI23_Secondaria